L’Emicrania Senza Aura Mestruale è un disordine neurologico specifico e si può considerare una sottocategoria della grande famiglia dell’emicrania. Circa il 50% delle donne con una diagnosi di emicrania sembra presentare un’associazione tra gli attacchi di mal di testa e il ciclo mestruale. Un attacco di emicrania senz’aura mestruale tipicamente comincia alcuni giorni prima del ciclo o durante il ciclo vero e proprio. Generalmente le pazienti con questa forma di emicrania non presentano anormalità particolari nelle fluttuazioni ormonali rispetto a chi non ha tale forma di cefalea. Esistono due forme differenti: l’Emicrania Senza Aura Mestruale Pura e l’Emicrania Senza Aura correlata al Ciclo. La prima si manifesta esclusivamente nei giorni di mestruazione del ciclo, mentre la seconda forma si caratterizza per attacchi severi durante i giorni di mestruazione ma anche in altri giorni del ciclo globale. In primis bisogna capire cosa sia l’Emicrania Senza Aura. Si tratta di un disordine neurologico funzionale. Attenzione: non è una malattia ma una cefalea specifica, cioè una condizione neurologica. La “causa” dell’emicrania senza aura risiede nel substrato neurologico di base della persona affetta. Il sistema nervoso centrale delle persone con emicrania senz’aura presenta delle caratteristiche di funzionamento molto particolari e questo è dovuto in parte alla genetica, in parte alle caratteristiche personali, nonché all’ ambiente e allo stile di vita. Chi soffre di emicrania ha una soglia di irritazione e di tolleranza più bassa verso gli stimoli della vita in generale e di conseguenza ha più difficoltà a rispondere in modo adattivo alle variazioni fisiologiche ed emozionali dell’omeostasi quotidiana. Le cellule nervose delle persone con emicrania sono per natura più attente (ipervigili), più recettive e sensibili. Nei momenti di squilibrio omeostatico possono tendere, infatti, ad interpretare in modo amplificato o esagerato gli stimoli ricevuti (anche se sono “normali” e “innocui”) e di conseguenza possono irritarsi più facilmente e più velocemente. Dopo questa irritazione iniziale possono “sensibilizzarsi”, cioè, diventare ipersensibili. In questa condizione, l’interpretazione degli stimoli successivi viene ancor più amplificata e anche distorta provocando l’attivazione di meccanismi “protettivi” che fanno precipitare l’attacco di cefalea. Il mal di testa è il sintomo, è la sirena d’allarme che suona quando la fiamma si è appena accesa o quando l’incendio (infiammazione nervosa) è ormai divampato. Non c’è una lesione o un danno in testa, ma ci sono tanti fattori che da soli o insieme possono stressare eccessivamente il sistema nervoso e favorire l’azione di altri fattori che determinano questo incendio in determinati momenti di squilibrio e contesti stressanti. Ci sono dunque “fattori stressor” che predispongono o “preparare il terreno” su cui poi agiscono “fattori sensibilizzanti” (“senzitizers”) e “fattori trigger” che fanno precipitare l’attacco. I principali fattori irritativi da indagare sempre per l’emicrania senz’aura sono: i disturbi del sonno, scarsa o errata alimentazione (assunzione eccessiva di zuccheri, di prodotti industrializzati o chimicamente pro-infiamamtori), i disordini muscolo-scheletrici cervicali o mandibolari (che sono presenti in ben oltre il 70% dei pazienti), gli stress psico-emotivi eccessivi, lo stile di vita e i farmaci (uso eccessivo o sregolato), altre patologie in comorbidità (in particolare nervose, metaboliche o cardiovascolari). Tornando all‘ Emicrania Senza Aura Mestruale, le due teorie più accettate sui fattori “scatenanti” di questa forma di cefalea sono: la caduta dei livelli di estrogeni (che è un evento normale del ciclo mestruale) il rilascio di prostaglandine durante le prime 48h del ciclo. Questi due eventi sono “naturali e normali” ma possono essere interpretati in maniera anormale e amplificata quando il substrato neurologico comincia a funzionare in modo disordinato, si irrita e iper-sensibilizza. Di conseguenza se la paziente arriva in prossimità del ciclo con un sistema nervoso già “provato”, cioè già irritato (a causa magari di dolori cervicali preesistenti, o stanchezza, o tensioni emotive o squilibri metabolici etc) è più facile che qualsiasi stimolo – anche eventi naturali come le fluttuazioni ormonali – diventino provocative e possano far precipitare un attacco mal di testa. Non ci sono test per confermare questa diagnosi e le uniche informazioni importanti per definire al meglio il quadro clinico è la compilazione di un diario della cefalea per almeno tre mesi, riportando i giorni e gli orari di insorgenza degli attacchi di cefalea e del ciclo nonché i fattori iper-stressanti pre-ciclo che possono avere un ruolo importante al riguardo, come ad esempio gli squilibri metabolici o i dolori e disordini cervicali. Gli attacchi di emicrania senz’aura mestruale presentano caratteristiche emicraniche con livelli di intensità e durata più elevati durante il ciclo: durano 4-72h o giorni quando non vengono trattate o sono trattate con insuccesso. Il mal di testa è generalmente unilaterale, cioè, colpisce un solo lato ma può alternarsi tra un episodio e un altro o durante lo stesso attacco. Il dolore è di tipo pulsante e viene peggiorato dall’attività fisica di routine (camminare, salire le scale). Altre descrizioni tipiche sono: chiodo fisso nell’occhio, un punteruolo in testa o nella tempia, un martello continuo. l’intensità degli attacchi è più severa rispetto a quelli che occorrono fuori dal ciclo durante un attacco di emicrania le abilità di fare attività si riducono o si azzerano. Si ha nausea quasi sempre o vomito. Prima degli attacchi la paziente può riportare grande senso di stanchezza, si può diventare molto sensibili agli stimoli luminosi, ai rumori e agli odori. La frequenza può variare in base al tipo. L’Emicrania senz’aura Mestruale Pura si manifesta esclusivamente durante il primo o secondo giorno di mestruazione, mentre la forma di Emicrania senz’aura correlata al Ciclo si manifesta in modo significativo e severo anche in altri giorni del ciclo, nonché al di fuori di esso. La proporzione di donne con emicrania legata al ciclo varia negli studi dal 3% al 76% in base alla popolazione studiata e ai criteri diagnostici utilizzati. I disordini e dolori cervicali sono spesso in comorbidità, cioè sono co-presenti all’emicrania. È stato osservato che il 70%-90% delle persone con emicrania presenta problemi cervicali prima, durante o dopo gli attacchi. Purtroppo, questa verità viene spesso ignorata o considerata solo come “conseguenza”, cioè il dolore cervicale è solo un sintomo dell’emicrania stessa. Questo “pregiudizio” impedisce spesso di valutare il rachide cervicale – cioè, il collo – e verificare il suo ruolo e la sua influenza sulla cefalea del paziente. In questo modo si perde una fondamentale occasione di miglioramento soprattutto perché recenti studi hanno dimostrato che in alcune persone con emicrania, la presenza di problemi cervicali rappresenta un fattore irritativo e provocativo per lo sviluppo o mantenimento della condizione neurologica. Esistono delle connessioni nervose peculiari tra i muscoli e le articolazioni del rachide cervicale superiore e la testa, e i disordini cervicali sono in grado di stressare in modo eccessivo il sistema nervoso centrale e favorirne l’irritazione e l’ipersensibilizzazione. Significa che il sistema nervoso di una persona con emicrania, già per natura più sensibile, può divenire ipersensibile ed ipereccitabile a causa di problemi cervicali. La conseguenza è che diventa più facile per il cervello interpretare in maniera esagerata o anomala ogni stimolo nuovo o successivo (anche se neutrale o innocuo) e innescare reazioni che producono l’esperienza dolorosa del mal di testa. I sintomi dell’emicrania sono la risposta di allarme e protezione del cervello. Sono la sirena di emergenza che si accende perché qualcosa non funziona più in modo ottimale e un’incendio si è acceso. E la causa “periferica” di questo incendio può essere un problema del rachide cervicale. Inoltre, i disordini cervicali possono produrre e riferire dolori e altri sintomi sulla testa, simulando delle vere e proprie emicranie o cefalee di tipo tensivo che possono essere mal interpretate e diagnosticate (soprattutto se non si eseguono test manuali sul paziente).